Frate Cipolla è un personaggio chiave nella novella VI della sesta giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio. È un frate dell'ordine di Sant'Antonio, noto per la sua abilità oratoria e, soprattutto, per la sua astuzia nel truffare i fedeli.
Il suo nome stesso, "Cipolla", suggerisce una certa grossolanità e semplicità, in netto contrasto con la sua scaltrezza.
La Novella:
La novella narra del suo arrivo nel borgo di Certaldo, dove, fingendo di mostrare una reliquia sacra, una piuma dell'arcangelo Gabriele, viene ingannato da due giovani burloni, Guccio Balena e Martino. Essi sostituiscono la piuma con dei carboni.
La Reazione di Frate Cipolla:
Lungi dallo scomporsi, Frate Cipolla, con una magistrale prova di retorica, riesce a trasformare l'incidente a suo vantaggio. Spiega al popolo che i carboni sono in realtà un'altra reliquia ancora più miracolosa: quelli utilizzati per grigliare San Lorenzo. La folla, credulona e facilmente impressionabile, accoglie la spiegazione con entusiasmo.
Significato e Interpretazione:
Frate Cipolla rappresenta una critica alla corruzione e all'ipocrisia del clero medievale. Boccaccio, attraverso questo personaggio, mette in luce la creduloneria popolare e la capacità dei religiosi senza scrupoli di sfruttarla per il proprio tornaconto. La sua abilità nel trasformare una situazione potenzialmente disastrosa in un trionfo dimostra la forza della parola e l'importanza della comunicazione persuasiva.
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